Osservatorio | Settembre 2025
Fine estate con sorprese per l'economia e i mercati

In sintesi:
Le notizie congiunturali e di politica economica hanno modificato lo scenario, migliorandolo ma anche introducendo nuovi rischi.
In USA si è quasi fermata la creazione di nuovi posti di lavoro ma PIL e domanda di imprese e famiglie marciano a passo spedito.
Tra la forza frenante del mercato del lavoro e quella trainante di produzione, investimenti e consumi la trainante tende a prevalere, ma ci sono rischi al ribasso legati alla mancanza di lavoratori immigrati, ai licenziamenti in massa dei dipendenti federali e alla bassa fiducia.
Gli indicatori qualitativi (PMI) di attività e ordini danno segnali favorevoli all’accelerazione globale, e anche negli Stati Uniti.
L’Eurozona sta reggendo bene ai colpi di dazi, euro più forte, energia costosa, transizione all’elettrico e ai venti di guerra.
La crisi del debito pubblico francese contribuisce a far salire i tassi a lunga, anche perché la posizione debitoria degli Stati sta peggiorando in tutti i maggiori Paesi (tranne in Italia, dove era già precaria).
L’inflazione è calante eccetto che in USA per via dei dazi che iniziano a essere traferiti ai consumatori. Il costo del lavoro decelera su ritmi comunque più elevati che nel 2019.
Una politica monetaria della FED che diventasse accomodante per assecondare le richieste trumpiane renderebbe più debole il dollaro.
Le Borse macinano record per la prospettiva di tassi più bassi e il contesto di crescita.
La lunga corsa dell’oro è destinata a continuare perché è tornata a essere vera moneta rifugio, su cui puntano anche le Banche centrali per diversificare le loro riserve valutarie.